Sono tanti i messaggi che ricevo ogni giorno e che descrivono le difficoltà annesse alla routine quotidiana; messaggi quali : “non riesco a gestire i compiti di mio figlio e mi sembra di impazzire..”, “ pensavo di occupare il mio tempo riordinando tutto ciò che avevo tralasciato, ma la paura e quanto ascolto, mi toglie forza ed energia…”, “quanta paura ho di perdere i miei cari genitori ormai così anziani…”, “ in casa la convivenza è davvero difficile, io e mio marito non siamo d’ accordo su nulla…”, “ e poi la paura del domani, chissà come recupererò il lavoro e le relazioni, che avevo cercato di instaurare..”, “ non riesco a comunicare con mio figlio, capisco l’ adolescenza, ma non sopporto la sua aggressività, la sua ira e la sua prepotenza”, “mi annoio, quasi quasi ricomincio”…… e tanto altro…..
Leggo. Rifletto.
Rifletto ancora, vorrei rispondere a tutti, ma, ahimè, pur essendo una professionista esperta, anch’ io sono messa alla prova!
In me albergano le stesse paure, gli stessi dubbi, emozioni contrastanti e ricordi che fanno capolino, lasciando sensazioni fisiche ed emotive e solo dopo, diventano parole. Sono ricordi preziosi, perché vivono e parlano di qualcosa che non è sciolto, non è risolto. Quando li incontro, mi fermo un attimo: sto incontrando il mio vero Sé.
Con fatica, decido di mettere per iscritto qualche pensiero, non posso abbandonare chi mi ha cercata e le persone che frequentano il centro PHARUS, pertanto abbraccio tutto ciò che mi appartiene dentro e fuori e mi domando, “come posso infondere coraggio, speranza, voglia di mettersi in gioco e riscoprire i valori salienti della vita?”.
Ebbene sì, apro il mio cuore e vi dico che anch’ io provo paura e sento paura! Paura del covid-19, un nemico invisibile, inaspettato, imprevisto che si è diffuso tra noi, Paura per i miei cari che vivono lontano, paura nel tollerare l incertezza del domani di ciò che sarà, paura nel vedere segni di stanchezza su quei volti di persone stremate , ma che non smettono mai di soccorrere, paura per i tanti ragazzi che seguo e che ora sono attanagliati da noia e tanta ribellione, paura per i bambini frastornati da infinite informazioni e stipati di compiti , paura per i genitori che si impegnano nella loro funzione educativa, ma che si scoraggiano nei momenti di conflitto e di perplessità, paura per chi vuole mollare e lasciare ad altri le proprie responsabilità.
La paura ci appartiene, a me, a voi, a chiunque e abitare la paura significa non negarla, prenderne consapevolezza, comprenderla, analizzando i pensieri che, “accovacciati”, sottostanno ai nostri comportamenti e li determinano.
Condividiamo le nostre paure con i familiari, gli amici, i partner, i figli, perché con-dividere significa percepire meno angoscia, preoccupazione e insicurezza. Continuiamo ad avere sogni, a delineare obiettivi, ad impegnarci in piccoli gesti importanti e a ri-definire la famiglia, riconoscendole il suo valore educativo e sociale.
Diventiamo, finalmente, adulti!
Non rispondiamo banalmente ai nostri figli, con l’intenzione di volerli proteggere da emozioni quali la paura, l’angoscia, il dolore, il terrore, la morte, perché così facendo non permettiamo loro di diventare resilienti, forti, capaci di sopportare le frustrazioni e fronteggiare le avversità della vita.
D’ altro canto, non vanno neanche “adultizzati”, credendo che sappiano comportarsi e quindi essere esenti da un percorso educativo, che rispetti le varie fasi dello sviluppo evolutivo.
Per riuscire a gestire al meglio questa fase storica, sarebbe necessario, secondo me, che tutti noi genitori cominciassimo a coltivare la saggezza, la sapienza, il senso di responsabilità, l’ autorevolezza, a creare un clima familiare empaticamente responsivo; ai nostri adolescenti restituire l’ entusiasmo, la consapevolezza di sé, il contatto con la propria interiorità, i valori e il senso della vita, spiegando e testimoniando l’ inutilità delle mode giovanili, che si prendono semplicemente gioco di loro.
E’ il momento del silenzio, del discernimento e del recupero del proprio sé, ma è anche il momento del conflitto, il cui segreto, nella sua accezione positiva, sta nel percorrerlo e attraversarlo insieme,
perché solo se ci raccontiamo, ci ritroviamo.
A voi tutti un abbraccio sincero e autentico.
Dott.ssa Verdecchia M. chiara
Esercizio: Prendersi cura
1) Ciascun membro della famiglia prepara un bigliettino con scritto il proprio nome.
2) Metteteli tutti in una scatola.
3) Dopo aver rimescolato per bene, un componente pescherà, in silenzio, il nome di cui dovrà prendersi cura. E lo farà per tre, quattro giorni.
4) Si prenderà cura di lei /lui, cercherà di fare cose che fanno piacere, sarà gentile, si darà da fare per prevenire i suoi desideri, sarà più propenso a perdonare, a dire grazie, prego ecc…
5) Attenzione, è un segreto e solo alla fine la persona accudita potrà esprimere quanto vissuto.
6) A turno, il gioco si ripete.
N.B.i genitori troveranno alcuni suggerimenti pedagogici (educazione-didattica) sul nostro sito: www.centropedagogicopharus.it
Rinnovo la mia disponibilità a tutti (ragazzi, genitori, adulti) al n. 347-6627219