di Edoardo Nico
“State a casa” questo è il monito che riecheggia costantemente in tutte le tv e in tutti i social, nell’attuale periodo di pandemia, in cui il Covid-19 sta provocando i suoi effetti sia sul piano della salute pubblica sia dal punto di vista psicologico individuale. Una situazione di emergenza che assume i toni di un evento traumatico, che non minaccia solo la salute fisica, ma anche quella mentale, portandoci in un momento di grande allerta e di paura condivisa che, poco a poco, ha sovvertito la normalità a cui eravamo abituati.
L’isolamento forzato, a cui siamo sottoposti e lo stare forzatamente a casa, ha generato numerose reazioni, soprattutto in contesti dove la convivenza è difficile. Alcuni reagiscono con rabbia, altri tollerano male la noia, altri si richiudono terrorizzati nelle loro case e altri ancora si distaccano dall’evento e passano i loro tempo sui social o in cerca di notizie, cercando di rifugiarsi dalla noia quotidiana.
La risposta a questa situazione nuova e inedita varia dunque da persona a persona e l’eventuale danno psichico dipende, non tanto dall’evento in sé, ma dal tipo di reazione che l’individuo adotta in queste circostanze, ingenerando, alle volte, stati di stress e ansia. Lo stress è infatti è una reazione di squilibrio tra le sollecitazioni ricevute e le risorse che la persona ha a disposizione, di fronte a particolari situazioni di emergenza.
La psicologia dell’emergenza si occupa di sostegno psicologico in situazioni in stato di emergenza, ossia di tutte quelle situazioni stressanti che mettono a repentaglio il benessere del singolo individuo o dell’intera comunità, fornendo strategie operative su come affrontarle al meglio.
Nonostante disponiamo di mezzi tecnologici che ci permettono di metterci in contatto con i nostri cari, amici e conoscenti, essi non possono sostituire però quella relazione di vicinanza che richiede il contatto visivo.
Secondo lo psicologo e psicoterapeuta Roberto Callina, possiamo tenere presente dieci “mini pillole” per sopravvivere psicologicamente alla quarantena del Coronavirus:
1 – Mantenere inalterato il ritmo sonno-veglia rispettando l’ora abituale del nostro stato di sonno;
2 – Riprogrammare le nostre giornate, che apparentemente sembrano tutte uguali, con obiettivi specifici per favorire la ristrutturazione in senso psicologico e cronologico del nostro tempo;
3 – Prendersi cura della propria persona anche quando siamo costretti a stare dentro le nostre mura di casa;
4 – Mantenere i contatti sociali grazie all’uso delle nuove tecnologie, evitando di comunicare solamente tramite sms o messaggio whatsapp, ma possibilmente con una videochiamata in modo da facilitare la vicinanza;
5 – Fare attività fisica in casa in modo da ridurre lo stress e l’ansia;
6 – Ristabilire i propri progetti e le priorità che sono state accantonate a causa della nostra routine quotidiana;
7 – Ricavarsi uno spazio personale e privato per pensare e meditare su noi stessi;
8 – Limitare l’ascolto di notiziari che trattano lo stesso tipo di argomento, ma variegare con le informazioni, in modo da non indurre stati di ansia;
9 – Esercitare l’umorismo e l’ironia anche in queste situazioni di emergenza in modo da incanalare la frustrazione verso una spinta emozionale in direzione di una nuova strutturazione creativa;
10 – Mantenere un’alimentazione sana per il mantenimento del nostro benessere fisico e psicologico.
Possiamo mettere in atto dunque una serie di accorgimenti per vivere al meglio questo periodo di transizione e riflettere sui nostri valori e su ciò che c’è di più caro.
Diceva Einstein: «la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato».
La paura e lo stress sono sentimenti connaturati all’uomo. Essi devono essere perciò accolti e ascoltati senza giudizio, senza però lasciarsi dominare da essi.